Master of Mistakes

 





Se dovessimo raccogliere tutti gli errori che abbiamo commesso o anche solo concepito, probabilmente non basterebbe una grande stanza. E come potremmo formalizzare questa rappresentazione dell’errore? Forse con un foglio accartocciato, poiché le idee sbagliate si buttano via, i progetti non realizzati non si raccolgono, si archiviano in fretta, ma siamo davvero sicuri che non abbiano lasciato qualche traccia?

Gli errori pesano, talvolta come macigni, trasformandosi in sensi di colpa, rimpianti e rimorsi. Ad accumularli uno accanto all’altro possono raggiungere quasi cinque quintali, rotolano e ti schiacciano, pure se non ti cadono addosso. È su tutto questo che Daniele Sigalot ha riflettuto quando ha concepito "Master of Mistakes". Quest'opera diventa l'occasione di autoanalisi che si rivolge anche agli altri, al pubblico, come accade in altri lavori di un artista specializzato nel muoversi sull'ambiguità dei materiali. Una forma che sembra leggera si appesantisce nell'accumulo; questa non è una pipa, né un foglio di carta, ma un pezzo di alluminio, e uno accanto all'altro diventano una figura gigante, nulla di valoroso ed eroico, ma un monumento dedicato a ciò che vorremmo dimenticare di noi stessi.

Sigalot è un tipo tosto, non produce arte consolatoria: mette di fronte ai suoi e ai nostri errori, ci induce a pensare e ripensare. La scultura, tra le tante forme espressive, è quella che manifesta più certezze, è assertiva, spesso scomoda nel trasmettere verità, soprattutto quando si presenta in forme complesse. Ma Daniele è anche un esteta, un creatore raffinato che si incanta ad elaborare materiali e idee da restituire sempre in oggetti belli e conchiusi. Immaginiamo per un momento di trasferire questa gigantesca palla in acciaio bianco in uno spazio della nostra casa: avremmo una scultura pressoché perfetta che ci costringerebbe però a vivere con i nostri errori, a riflettere ogni volta che ci passiamo davanti.

Negli ultimi anni Aeroporti di Roma ha fatto della Cultura un elemento cruciale della propria strategia di sviluppo, valorizzando l’arte in tutte le sue declinazioni, allo scopo di far conoscere al grande pubblico la bellezza dell’Italia e del nostro territorio, la sua storia e la sua identità, e di sensibilizzare i viaggiatori e la comunità aeroportuale su temi per noi fondamentali quali la sostenibilità o la tutela dell’ambiente. Trasformando l’aeroporto in un luogo di contaminazione e di approfondimento, l’intento è quello di offrire a tutti coloro che quotidianamente frequentano il “Leonardo da Vinci” un’occasione di riflessione.

"Master of Mistakes" fa bene al nostro sguardo e colpisce la nostra essenza, ciò che poi si chiede ad un’opera d’arte: appagare il senso estetico e portarci dentro una riflessione profonda.

Dal 9 di aprile l’opera di Daniele Sigalot è installata a Fiumicino; a lui piace particolarmente lo spazio dell’aeroporto perché non sa chi è il pubblico, chi vedrà il suo lavoro e come. Al di fuori delle protezioni del contesto, lo destina a uno sguardo imperscrutabile eppure, biografico; ciascuno ci troverà ciò che vuole.




DANIELE SIGALOT
(Roma 1976)

Dopo 7 anni in pubblicità passati senza riuscire a convincere nessuno a comprare cose di cui non avesse bisogno, Sigalot decide di passare al mondo dell’arte, dove il superfluo è più necessario. Lascia quindi Londra per trasferirsi prima a Berlino, dove per non deludere gli stereotipi chiama il suo studio La Pizzeria, poi a Napoli ed infine a Roma, la sua città natale. I suoi lavori sono stati esposti presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, la Reggia di Caserta, la Triennale di Milano, Palazzo Ducale a Genova  e Palazzo Reale a Napoli.